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Olimpiadi Rio 2016, Sara Bertolasi a SportFair: “sono arrivata a Rio con lo spirito di dare il massimo”

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La canottiera azzurra Sara Bertolasi racconta ai microfoni di SportFair la sua esperienza vissuta alle Olimpiadi di Rio 2016 e il metodo di allenamento da eseguire nel canottaggio

LaPresse/Reuters

LaPresse/Reuters

Sara Bertolasi, è una canottiera azzurra che ha partecipato egregiamente alle Olimpiadi di Rio 2016 nel 2 senza femminile. La sua storia sportiva inizia con una squadra ciclistica (JU SPORT.) per poi passare al canottaggio alla Canottieri Varese. Nel 2011 si qualifica con la compagna Wurzel alle Olimpiadi di Londra nel due senza. Sempre nel 2011 agli Europei di Plovdiv, il duo vince una medaglia di bronzo. Questa olimpiade brasiliana dunque è la sua seconda partecipazione e ai microfoni di SportFair ha raccontato quali sono stati gli allenamenti che bisogna fare per essere un canottiere: “il canottaggio è uno sport di forza resistente e quindi i 13 allenamenti settimanali sono indirizzati al miglioramento di questa qualità. Solitamente facciamo l’allenamento del mattino in barca (2-3 ore effettive in media) e quello del pomeriggio, con pesi associati sempre a del lavoro aerobico (corsa, bici, remoerfometro)”. Allenamenti duri e specifici per dare una maggiore flessibilità al corpo e una tonicità nell’affrontare le gare sempre impegnative per il fisico.

Sara Bertolasi patelliLe Olimpiadi di Rio hanno visto una bellissima parata cerimoniale creata da un italiano dove: luci, balli, coreografi sono state fantastiche. Sara Bertolasi ricorda con grande enfasi quel momento: “sono arrivata a Rio con lo spirito di dare il massimo godendomi però ogni momento che vivrò, sia in gara che fuori dalle gare. Ho partecipato alla cerimonia di apertura ed è stato tutto meraviglioso, dalla partenza dal Villaggio alla Cerimonia fino al rientro”. Partecipare ai giochi olimpici ha una valenza duplice: la prima personale, la seconda nazionale; infatti non si partecipa col solo obiettivo personale, in quanto si ha il peso e la pressione di rappresentare una Nazione. Il canottaggio ha sempre portato molte medaglie Olimpiche all’Italia. Ma questa pressione, ad alcuni atleti potrebbe portare un “peso”. Sull’argomento la canottiera ci ha risposto così: “più che peso di rappresentare ho una responsabilità: dimostrare di lottare ad ogni gara senza mai tirarmi indietro, indipendentemente dagli avversari e dalle condizioni esterne. Sono pronta per questo“.
Queste Olimpiadi di Rio verranno ricordate per spiacevoli episodi legati al presunto di doping: dalla Darya Klishina, (atleta russa accusata di tradimento dal suo paese) accusata prima di doping e poi dopo poche ore scagionata, alle nostre italiane Roberta Caputo e Viktoria Orsi Toth sospesa per doping causa una banale pomata che conteneva il clostebol, sostanza uno steroide anabolizzante. Ecco cosa ci ha detto Sara Bertolasi al riguardo. “penso che le atlete siano incappate in una leggerezza utilizzando inconsapevolmente dei prodotti che contenevano sostanze dopanti. Così purtroppo è sfumato il loro sogno. Ma il regolamento antidoping è questo e la legge non ammette ignoranza”.

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