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Kickboxing – Gabriele Casella a SportFair: “testa e qualità sul ring, a Genova vittoria per le vittime del Ponte Morandi”

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Gabriele Casella

Un grande campione sul ring, una straordinaria persona nel sociale: Gabriele Casella si racconta ai microfoni di SportFair, dal successo di Bellator, alle iniziative di solidarietà per le quali è sempre in prima linea

Un atleta straordinario sul ring, nel quale veste i panni di Campione del mondo Wako Pro k1 e Campione del Mondo WMO di Muay Thay, ma anche una persona dal grande cuore fuori dal quadrato. Gabriele Casella è un’eccellenza dello sport italiano, campione in uno sport che alla durezza dei colpi abbina l’insegnamento di valori come il rispetto, il duro lavoro e la consapevolezza della propria forza, da utilizzare soprattutto per dare una mano alle persone che ne hanno più bisogno.

Gabriele Casella è questo e molto altro e si racconta ai microfoni di SportFair in tutte le sue sfaccettature. La nostra chiacchierata con il giovane fighter romano avviene pochi giorni dopo il prestigioso successo di Bellator (svoltosi nella città di Genova) contro Dani ‘Breezy’ Traore. Il tedesco è risultato un avversario tosto, contro il quale Gabriele ha dovuto dar sfoggio a tutte le sue abilità, cercando di studiare i punti deboli del rivale per poi riuscire a prevalere: “è stato un grandissimo incontro dove la mia completezza ha dato i suoi risvolti positivi, infatti è stato un match molto difficile in cui comunque sono stato in grado di comprendere dove mi era possibile prevalere sull’avversario, senza confrontarmi dove lui poteva essere più bravo. Lavorando invece dove mi sono reso conto che poteva soffrirmi di più, mi sono concentrato sul pugilato che grazie anche allo sparring fatto con Giovanni de Carolis mi ha permesso di portare a casa la vittoria“. 

Nel post match Gabriele ha posto l’accento su quanta solidità psicologica ci sia voluta per affrontare un avversario molto preparato come Traore. Nonostante la kickboxing sia uno sport fisico, dove spesso l’attenzione del pubblico è riposta sui colpi o sulle qualità atletiche del kickboxer, Gabriele ci spiega come sia la testa, in molti casi, a fare la differenza: “la testa è fondamentale perchè tutti e due gli atleti si allenano molto duramente, quindi ciò che fa davvero la differenza in tre riprese da tre minuti che per quanto pochi sul ring sembrano tempi infiniti, oltre all’aspetto tecnico e fisico è proprio l’aspetto psicologico, inteso anche come reazione ai colpi dell’avversario e tanti altri piccoli dettagli che dall’esterno non è semplice cogliere, ma che poi fanno la differenza durante un match. In particolare la fatica gioca un ruolo decisivo anche sulla psicologia, infatti avere di fronte un avversario che rimane vigile e non dà segni di stanchezza è più faticoso da affrontare perchè demoralizza“.

Credits: Instagram @gabriele.magnificent.casella

Insieme a Gabriele abbiamo inoltre discusso di una particolare pratica, relativa agli sport di contatto, che spesso divide l’opinione pubblica: il taglio del peso. Spesso gli atleti degli sport da combattimento, al fine di rientrare nella corretta categoria di peso, si sottopongono ad un duro allenamento che gli permetta di perdere tanti kg prima della cerimonia del peso. Tale pratica può risultare spesso nociva, non solo ai fini della prestazione ma anche per la salute dell’atleta. Nonostante Gabriele sia dovuto scendere di qualche kg per affrontare Traore, ci ha spiegato che la sua è stata una perdita di peso controllata e graduale: “in realtà non ho effettuato un taglio del peso, dove per taglio del peso si intende quella pratica per mezzo della quale con svariate tecniche l’atleta perde moltissimi chilogrammi in una giornata per rientrare in una determinata categoria di peso, pratica molto diffusa soprattutto ai massimi livelli che a mio parere dovrebbe essere assolutamente evitata in quanto può provocare seri danni all’atleta, in casi estremi anche alla morte. Nel mio caso invece ho perso molto peso in due mesi, un periodo ristretto di tempo, ma comunque in maniera graduale che mi ha permesso poi di recuperare prima del match“.

L’incasso di Bellator, svoltosi nella città di Genova, è stato destinato alle vittime della tragedia del Ponte Morandi. Gabriele Casella è molto legato alla città che ha dato i natali a suo nonno ed ha sentito una spinta in più nel combattere per un fine così nobile: “sono molto legato alla città di Genova, il mio nonno paterno infatti era genovese ed è scomparso proprio durante la preparazione per questo match due mesi fa, gli ero molto legato,  per me era quasi più un amico che un nonno. Tornando a Bellator, è stata un’ulteriore prova di nobiltà da parte della promotion di uno sport spesso additato come violento e brutale che ha dato una motivazione in più anche al mio The Magnificent Team di prendere il pullman che abbiamo organizzato da Roma e fare andata e ritorno fino a Genova in giornata, infatti ho tenuto molto a specificare a chi ha deciso di venire a sostenermi che il ricavato sarebbe stato destinato alle famiglie delle vittime. Genova si rialzerà ancora e sarà una bella metafora della vita. Ma senza retorica, perchè quello che è accaduto non deve più succedere“. 

Credits: Instagram @gabriele.magnificent.casella

Per concludere, Gabriele Casella si dimostra sempre un campione non solo sul ring, ma anche al di fuori. Insieme alla sua ragazza Laura parteciperà nelle prossime settimane ad alcuni incontri con dei ragazzi (il primo è già avvenuto, ecco i dettagli!) per trasmettere i valori positivi dello sport: “giornata molto importante a San Basilio, quartiere già noto per ripetuti episodi di violenza; l’incontro, patrocinato dal Coni punta a mettere in risalto la disciplina e il “fair play” come valori fondamentali degli sport da combattimento, applicabili poi a tutti gli ambiti della vita. Partecipo con la mia ragazza Laura, con la nostra associazione “Fight for Love” e questo è il primo di tutta una serie di incontri che serviranno a trasmettere ai ragazzi un modello positivo da seguire e come ho sempre detto fin da quando ho iniziato a praticare questo sport, sfrutterò la notorietà che ne deriverà proprio a questo scopo“.

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