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“Fuori una Barbie, dentro una bestia”, Chiara Penco si racconta a SportFair: bella e letale con il sogno dell’UFC

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“Fuori una Barbie, dentro una bestia”, Chiara Penco si racconta a SportFair: bella e letale con il sogno dell’UFC

Chiara Penco, la ‘Beasty Barbie’ delle MMA italiane si racconta ai microfoni di SportFair: la vita e le esperienze personali della campionessa EFC con un occhio al panorama delle arti marziali miste in Italia

Fuori una Barbie, dentro una bestia durante gli allenamenti” glielo dicevano tutti, tanto che lo ha scelto come suo soprannome. Chiara Penco è la ‘Beasty Barbie‘ delle MMA italiane: tanto bella quanto letale.

Occhi azzurri e lunghi capelli biondi per la giovane fighter nata a Livorno 22 anni fa, che appena entra nell’ottagono, la sua dimensione ideale, raccoglie i capelli, mette il paradenti e si trasforma nella campionessa della promotion sudafricana EFC. Una vera e propria eccellenza dello sport di contatto italiano, imbattuta nella sua giovane carriera e che sogna un brillante futuro come portacolori azzurra in UFC.

Noi di SportFair abbiamo avuto la possibilità di intervistarla in esclusiva, addentrandoci insieme a lei nell’affascinante mondo delle MMA e scoprendo qualcosa di più sul passato e sul presente di questa giovane campionessa.

Per iniziare, le abbiamo chiesto proprio come vive il dualismo fra le sue ‘due anime’, la Chiara fighter che non ha paura di farsi un occhio nero, e la Chiara di tutti i giorni, quando viene fuori il suo lato più femminile: “Chiara fighter e Chiara donna sono due facce della stessa medaglia: da un punto di vista sportivo emerge più la mia componente agonistica, ma al tempo stesso rimango sempre molto femminile in ciò che faccio… non è un caso che molti abbiano scritto che combatto con il sorriso. Poi ho una profonda passione per la moda e il mondo della musica che seguo con attenzione. Credo fermamente che per una donna sentirsi femminile sia un dovere!“.

Credits: Anton Geyser

Fighter con un passato da pallavolista e una grande passione per lo sci, un’atleta poliedrica che un giorno ha sentito il bisogno di ‘emergere come sportiva singola‘. Lei che, giovanissima, è già molto indipendente, vive da sola (con il suo gatto Romeo!) dall’età di 18 anni e si mantiene lavorando come barwoman. Chiara ci ha svelato cosa l’abbia spinta ad intraprendere la carriera di fighter MMA: “una delle mie più grandi passioni è sciare, ma provengo dal mondo della pallavolo, sport di squadra abbastanza comune in Italia. Negli anni però, nel mio inconscio, è maturata più la voglia di emergere come sportiva singola, questo mi ha avvicinata alle MMA, per quanto sia importante affermare che le MMA sono anche uno sport di squadra: è vero, dentro quell’ottagono ci entri da solo, ma al tuo angolo c’è il tuo allenatore e il resto del team ed è quello che fa anche la differenza!“.

Cosa rende Chiara diversa da altre fighter che, da qualche hanno a questa parte, hanno iniziato la loro carriera nelle MMA? Il fatto che a soli 22 anni sia già una campionessa. La fighter italiana porta alla vita l’EFC World Title, il titolo di campionessa della promotion sudafricana EFC. Cintura ottenuta dopo un match davvero combattuto contro Danielle Eliasov, vinto da Chiara per sottomissione al quarto round. Le abbiamo chiesto quali fossero state le sue sensazioni e le sue emozioni appena ha stretto il titolo nelle sue mani e Chiara ci ha svelato che: “le immagini parlano da sole: la fine del mio match all’EFC è stata veramente epica! Era la prima volta che facevo una trasferta così importante e le sensazioni sono state talmente tante e tutte insieme che descriverle a parole è quasi impossibile. Erano lì con me il mio allenatore e il mio management, e la vittoria l’abbiamo sudata tutta e tutti. Se si rivedono con attenzione gli ultimi round contro la Eliasov, si percepisce quanto siano stati duri davvero. Massimo Rizzoli – il mio coach – alla fine ha chiamato quella sottomissione dal suo angolo e il sogno si è avverato!!! Oltre a vincere il titolo mondiale ho preso anche un bonus monetario per l’incontro della serata. Non riesco a raccontare quell’emozione e anche il calore della gente del posto… ho firmato autografi, scattato foto, video… senza ombra di dubbio è stato il momento più intenso della mia vita.

Credits: Anton Geyser

L’incontro, come detto, Chiara lo ha vinto per sottomissione, come del resto tutti e 4 i match della sua carriera nella quale è ancora imbattuta. Una vera e propria esperta delle tecniche di sottomissione dunque, anche se Chiara preferisce definirsi una ‘fighter completa‘ che cerca di migliorare ogni aspetto del suo bagaglio tecnico, come del resto un fighter moderno dovrebbe fare per restare al top: “fino ad oggi ho avuto 4 incontri da professionista e altrettante 4 vittorie… tutte vinte prima del limite per sottomissione! Mi considero un’atleta di MMA, quindi un’atleta completa: mi alleno ogni giorno nella mia palestra Rendoki Dojo per migliorare costantemente la mia tecnica. Le MMA ormai sono una disciplina unica nel loro genere… siamo ben lontani dagli albori della boxe o kickboxing; nelle MMA devi essere esperto in tutte le discipline e c’è anche una forte componente psicologica… un po’ come giocare a scacchi che cerchi di anticipare il tuo avversario pensando alla mossa giusta!”.

Credits: Valentina Ciampi

Volgendo lo sguardo al panorama delle MMA italiane, non si può negare come nel nostro Paese, rispetto agli USA ma anche ad altre realtà europee, ci sia quella che Marvin Vettori, in un’intervista rilasciataci qualche mese fa, aveva definito ‘arretratezza culturale e strutturale‘. Con Chiara abbiamo discusso di tale argomento e la giovane Fighter livornese ha spiegato come in tal senso, la sua palestra ‘Rendoki Dojo‘, sia un’eccellenza italiana del genere che l’ha aiutata a crescere sia sotto il profilo sportivo che sotto il profilo umano, con la collaborazione del Calibian Management che cura l’immagine dell ragazza: “io mi reputo fortunata, la mia palestra è come una famiglia dove tutti si mettono a disposizione degli altri con l’unico obiettivo di migliorare. Inoltre al Rendoki Dojo abbiamo un camp di allenamento completo in ogni dettaglio, dallo striking alla lotta fino a tutto lo studio a parete della gabbia. Per ciò che riguarda invece il mio management (Calibian Management) ha fortunatamente un background internazionale, da sempre l’intero team lavora sia sulla crescita della mia carriera sportiva sia sulla crescita di image bulding. Penso che loro siano gli unici in Italia dovuto al fatto che tutta la squadra è formata da persone con grande esperienza e con numerose collaborazioni all’estero, con skill specifiche sul marketing e sull’image building appunto. Ma in linea generale, in Italia, cosiderato il fenomeno in crescita si può ancora migliorare.

Credits: Anton Geyser

Non solo arretratezza, ma anche pregiudizi. Spesso il mondo degli sport di contatto è associato alla violenza, alla ‘rissa da strada’: è fin troppo scontato associare il binomio fighter = violento se i media non promuovo la cultura che sta dietro le Arti Marziali Miste, ma trattano l’argomento solo quando a fare notizia è un episodio spiacevole o negativo. Abbiamo chiesto dunque a Chiara di smentire un pregiudizio sulle MMA che le desse particolarmente fastidio e la campionessa azzurra ha voluto parlare del sentimento dell’odio, spesso associato alla figura dei fighter: “credo fermamente che lo sport faccia crescere! Credo anche che ci sia molta più lealtà in un incontro di MMA che in tanti altri mondi! Noi, quando finiamo il nostro lavoro, ci abbracciamo e ci vogliamo più bene di prima, questa è una certezza! Molte sono le polemiche mediatiche sulle MMA che inducono a pensare che ci si odi dentro l’ottagono, ma a volte sono mosse da logiche di marketing mirate a creare hype. Io, come accennavo prima, entro nell’ottagono sempre con il sorriso. Siamo atleti completi, dove dieta e sacrifici forgiano il nostro carattere… è davvero molto difficile vedere un atleta di questa disciplina poco inquadrato!“.

Credits: Alice Cannara

Dunque perchè non provare a convincere i genitori ad alimentare la passione dei propri figli verso gli sport di contatto? Abbiamo chiesto a Chiara di lanciare un messaggio per promuovere il lato positivo delle MMA: “molte persone, anche con un passato burrascoso, praticando questa disciplina hanno cambiato radicalmente la loro vita. Il lottatore di MMA è definibile come un moderno gladiatore, spesso si parla anche di atleti con una grande istruzione… penso che questo sport faccia bene in generale, insegna il rispetto“.

Per concludere, impossibile non parlare di sogni e progetti futuri. L’8 dicembre Chiara Penco dovrà difendere il titolo contro Cheyanne Vlismas, quindi il suo pensiero è unicamente rivolto a questo incontro. Ma Chiara non nasconde il sogno di entrare nell’ottagono più famoso al mondo, quello della UFC: “ora la mia priorità assoluta è focalizzarmi sulla difesa del mio prossimo incontro! Per l’UFC ci stanno lavorando Calibian Management e il mio allenatore; ovviamente però è lì che voglio arrivare, dove vedo il mio futuro, ma per arrivarci ho bisogno di voi, della gente che crede in me e che mi supporta!“.

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